Conservazione delle specie e degli Habitat

Le più recenti Direttive e Convenzioni internazionali in ambito ambientale richiamano all’importanza della tutela degli ecosistemi marini (Dir. Habitat, Conv. di Barcellona, Dir. Quadro sulle Acque, Dir. Quadro sulla Strategia per l’ambiente marino). Spesso la mancanza di informazioni sulla biologia ed ecologia delle specie o di dati sulla distribuzione delle popolazioni e degli habitat possono limitare le misure di protezione esistenti.

Da diversi anni ci occupiamo di ricerca applicata alla tutela delle specie marine protette e degli habitat con l’obiettivo di ideare strategie gestionali condivise all’interno di network nazionali e internazionali.

Attualmente le nostre attività sono focalizzate principalmente su Pinna nobilis, Patella ferruginea, tartarughe marine e cetacei. Le attività di ricerca e monitoraggio su queste specie includono aspetti di: biologia, ecologia, distribuzione spaziale in relazione alle caratteristiche dell’habitat, genetica di popolazione (in collaborazione con altri istituti di ricerca come la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e l’Università di Sassari), analisi dei fattori di rischio e dell’efficacia delle strategie gestionali. Inoltre presso il nostro istituto ha sede il Cres (Centro di Recupero del Sinis; per maggiori informazioni visita il seguente link: http://www.areamarinasinis.it/it/attivita/cres-centro-di-recupero-del-sinis/index.aspx?m=53&did=1665 ) per la cura e la riabilitazione delle tartarughe marine della specie Caretta caretta. Tale attività, svolta in collaborazione con l’AMP “Penisola del Sinis- Isola di Mal di Ventre” si inserisce nell’ambito della Rete Regionale per il recupero della fauna marina, network nato nel 2004 con l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione delle popolazioni mediterranee in accordo alle Linee Guida Nazionali (Manuali e Linee Guida ISPRA 89/2013).

Si effettuano inoltre indagini per la mappatura della distribuzione degli habitat e studi sullo stato di conservazione delle comunità animali e vegetali ad essi associate.

Negli ultimi anni sono stati avviati anche studi relativi agli effetti del materiale plastico sugli ecosistemi marini ed in particolare:

  • analisi delle interazioni litter e biota (indicatori considerati: tartarughe marine e pesci planctivori);
  • caratterizzazione e distribuzione del beach litter;
  • distribuzione ed effetti del microlitter in colonna d’acqua.
Distribuzione e orientamento di Pinna nobilis in relazione alla direzione e velocità della corrente di fondo
Rilascio di un esemplare di Caretta caretta equipaggiato con Pop Up e TDR (a sinistra). Sezione di un profilo d’immersione (diagramma spazio-tempo) dove si evidenzia la presenza di oscillazioni verticali in prossimità del fondale (wiggles) in cui la tartaruga è probabilmente alla ricerca di cibo ad una profondità di circa 11 metri.
Campionamento di microplastiche con la nave oceanografica del CNR attraverso l’utilizzo del retino “Manta Trawl” a sinistra e risultati della distribuzione di microlitter e inquinanti nell’area di Oristano.

 

Collaborazioni

Universidad de Sevilla

University of Bristol

Università degli Studi di Padova

Università di Siena

Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli (SZN)

Consejo Superior de Investigaciones Centificas – CSIC (Spagna)

Fondazione IMC-Centro Marino Internazionale

ISPRA

Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre Sinis

Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo

Area Marina Protetta Isole Pelagie

Area Marina Protetta di Capo Carbonara

Area Marina Protetta di Capo Caccia

Parco Nazionale di La Maddalena

Groupe Tortues Marines, France